Le Metamorfosi: intervista, recensione e video di “Chimica ormonale”

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Tra le tante interessanti novità portate dal Concertone del Primo Maggio, spiccano Le Metamorfosi, gruppo finalista del concorso nuove proposte che abbiamo apprezzato sul palco di Piazza San Giovanni con i loro due brani Chimica Ormonale e Nuda. Già il primo pezzo ci aveva colpito per originalità a un sound diverso da quello che siamo soliti sentire dalle nuove rock band italiane, tutte un po’ orientate verso un suono stile “wall of guitars”, ma “Nuda” è una vera rivelazione, con le sue aperture strumentali così particolari e d’atmosfera.

Nello stile de Le Metamorfosi c’è un po’ di tutto, dalla new wave anni 80 a una ricerca in nuovi ambiti che ha il merito di non perdere di vista il progetto generale. La voce di Sarah poi è originalissima e coinvolgente e dà un tocco alla qualità compositiva del gruppo, contribuendo a creare un orizzonte nuovo; quello stile personale che tutti gli artisti dovrebbero cercare invece di guardare a modelli di riferimento già visti.

Le Metamorfosi sono Sarah D’Arienzo (voce), Tyron D’Arienzo e Armando Iovino (chitarre) Davide Pascarella (basso) e Gianluca Manfredonia (batteria). Per approfondire la loro conoscenza vi invitiamo a visitare il loro sito, dove troverete anche 6 tracce ascoltabili, tra cui quella “Nuda” cui abbiamo accennato in apertura. A seguire trovate invece il video ufficiale di Chimica ormonale e un’intervista molto esplicativa con Armando Iovino.

Video Chimica ormonale | Le Metamorfosi

L’intervista con Armando Iovino

Le Metamorfosi spuntano fuori da chissà dove portando una ventata di novità sul sonnacchioso mondo musicale italiano. Siete attivi da tempo ma molti di noi vi hanno scoperti solo sul palco del Primo Maggio. Ci racconti un po’ come si è formata la band e il perché del nome?

La band si è formata nell’ormai lontano 2005 quando tutti noi (a parte Sarah che aveva 11 anni!) eravamo dei giovani liceali che cercavano un modo tutto loro per potersi esprimere. Attraverso varie trasformazioni siamo arrivati alla formazione attuale dal 2011, anno in cui si è aggiunta Sarah alla voce.
Una cosa che non è mai cambiata è il nome. Metamorfosi è stato scelto perché sentivamo il bisogno di cambiamento. Cambiamento soprattutto di una società ed un contesto socio-culturale che sentiamo non ci appartenga, lontano da noi, che si ferma all’apparenza senza scovare l’essenza delle cose e delle persone. Metamorfosi vuol dire divenire, cambiamento, evoluzione… il contrario di fermo, permanente, stagnante. Questo è il concetto che sta alla base della nostra musica e dunque non potevamo trovare nome a nostro avviso più appropriato.

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Nella nostra recensione sull’esibizione in Piazza San Giovanni vi abbiamo accostato a un gruppo rock anni 80, i Violet Eves di Nicoletta Magalotti. Probabilmente non li conoscevate, ma facevano parte della scena che a metà anni 80 ha lanciato Litfiba, Diaframma, Denovo e Timoria, ma anche gli Avion Travel e i purtroppo scomparsi Moda. Vi riconoscete in qualche modo in questi gusti musicali un po’ retro, pur suonando in modo moderno?

Ti dico la verità… non li conoscevo, ma sono andato ad ascoltarli appena ho letto la tua recensione sulla nostra esibizione. Che dire? Sicuramente parliamo di tanti tanti anni fa….di tempi, suoni ed epoche diverse. Sicuramente rivedo in loro la voglia di ricerca di suoni particolari, a volte retrò appunto, attraverso la quale trasformare ciò che si suona in qualcosa di estremamente personale e proprio.

Mi interessa molto conoscere i gusti musicali personali di ogni membro del gruppo, e se avete un progetto artistico preciso, o se spaziate semplicemente là dove la musica vi porta.

Noi pensiamo che uno dei nostri punti di forza sia il fatto che ognuno di noi abbia un’estrazione ed un gusto musicale abbastanza diverso dagli altri. C’è chi di noi ama il blues, chi la musica contemporanea; c’è a chi piacciono prevalentemente i cantautori italiani dei “tempi d’oro” e chi si inspira allo scenario della musica alternative italiana recente. Questi gusti diversi fanno sì che in sala prove arrivino delle contaminazioni appartenenti ad emisferi musicali talvolta opposti che, attraverso un attento studio, lavorazione dei suoni e, soprattutto, passione e amore per la musica, danno vita al sound Metamorfosi. Ci piace dunque spaziare molto cercando di cogliere tutte le sfumature che la musica offre ma allo stesso tempo abbiamo sempre fisso davanti a noi il nostro progetto artistico cioè quello di fare canzoni originali in lingua italiana, che sfuggano alle definizioni di genere più convenzionali, ma che risentano della più ampia commistione di influenze appunto.

Chimica ormonale è un pezzo di forte impatto, ma se devo scegliere la cosa che mi ha colpito maggiormente di voi dal punto di vista compositivo, forse la trovo in Nuda, con quell’apertura finale così poco attuale (è un complimento!) e così tanto d’atmosfera. Cos’hai da dire a vostra discolpa (rido mentre lo scrivo) e come nascono i vostri pezzi?

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Anzitutto ti ringraziamo per i complimenti! Nuda è uno dei pezzi che amiamo di più proprio per le sue particolarità che cominciano sin dalla prima battuta dove, come penso avrai notato, abbiamo inserito un tempo irregolare che abbiamo poi applicato a tutte le strofe del brano cercando allo stesso tempo di celarlo con parole lineari ed una struttura metrica ad hoc in modo da non rendere il brano pesante all’ascolto. Se ascoltate la versione integrale (ovvero la versione reale del brano) c’è lo special in cui quell’atmosfera di cui tu parli è stata resa ancora più marcata ed evidente. Purtroppo durante l’esibizione al Concerto del 1 Maggio, infatti, avendo solo 7 minuti per l’esibizione (ebbene sì), abbiamo dovuto, molto a malincuore, trovare un compromesso per poter esibire in quel lasso di tempo entrambi i brani (Chimica Ormonale e Nuda) e suonare una versione ridotta di quest’ultima.

A nostra discolpa (e rido anche io mentre lo scrivo) ho da dire che queste caratteristiche che hai notato sono proprio il frutto di quella commistione di influenze e di quella voglia di creare una musica che evada i limiti delle definizioni di genere che ti ho descritto nella risposta alla domanda precedente. Grazie per averle notate e portate allo scoperto!

Qui su Radiomusik.it, forse l’avrai capito, non amiamo le mode e cerchiamo invece di spingere la musica vera. In altre parole se un pezzo come Chimica Ormonale deve durare 4’11 (ma per me potevate anche allungarlo) per noi è una bestemmia ridurlo a un radio edit di 3 minuti, anche se al vostro posto farei o lo stesso nella speranza che le radio lo trasmettano. Il problema però è la gestione dei tempi. Ormai il tempo è denaro e un capolavoro di oltre 10 minuti di durata come per esempio “Il Giardino del Mago” del Banco nel 2013 non sarebbe mai potuto uscire. Cosa pensi della situazione discografica generale proprio alla luce di questo, e mi prometti che in futuro non taglierete mai un brano per motivi commerciali, ma lo farete durare anche 10 minuti se lo richiede?

E qui torniamo al discorso dei sette minuti di prima. Purtroppo le leggi dello show business sono dure e talvolta devi trovare un compromesso che ti permetta di partecipare ad un qualsivoglia evento riuscendo ad esprimere la tua essenza in poche battute. Chimica Ormonale, essendo il singolo su cui abbiamo puntato, è stato concepito proprio in tal senso: il brano di fatto si compone di Chimica Mimale (ovvero l’intro fatto con Calimba, Udu Drum, Glockenspiel ecc,) e Chimica Ormonale (il brano vero e proprio). Dal vivo le suoniamo sempre congiuntamente, come un unico brano che dura 4’11 appunto. Sul disco invece abbiamo escogitato un diversivo: sono due tracce distinte ma attaccate che possono essere ascoltate sia insieme che singolarmente. In questo modo abbiamo ovviato al problema della Radio Edit (Chimica Ormonale da sola di fatto dura 2’59).

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Per quanto riguarda la situazione discografica recente la vedo come il resto dell’Italia: in crisi. Purtroppo i veri discografici di una volta non esistono più. In tempi di crisi nessuno investe e scommette più su un progetto “rischioso”. Tutti vanno sul sicuro lanciando “prodotti musicali” già confezionati nei vari talent show che dopo 3-4 mesi di televisione hanno già un fan club ben organizzato che ti garantisce un tot di dischi venduti. Purtroppo però a nostro avviso questo è un metodo che brucia talenti perché ogni anno, con ogni nuova edizione di questi programmi televisivi, comincia il “rimpiazzo” e pochi riescono a rimanere sulla cresta dell’onda per più di un biennio. E quindi è un periodo in cui il musicista è una figura polivalente: musicista, imprenditore, videomaker, designer, addetto marketing, ufficio stampa, addetto booking ecc. Noi ci stiamo adeguando!

Ci salutiamo (per ora) con la domanda di prammatica sui vostri progetti futuri.

Il nostro progetto futuro immediato è suonare, suonare, suonare. Pensiamo che l’unico modo di poter far girare la nostra musica in Italia sia “portarcela di persona” e quindi siamo alle prese con l’organizzazione di diversi piccoli tour in varie regioni d’Italia. Il concerto del Primo Maggio è stato sicuramente per noi un ottimo punto di partenza e non di arrivo e quindi da qui vogliamo ripartire al fine di far si che sempre più persone cantino le nostre canzoni. Per ora ci sono già 6.000 e passa persone che, in meno di una settimana, hanno visto la nostra esibizione al 1 Maggio su YouTube… sicuramente un inizio entusiasmante!

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