Modena Park: La Notte di Vasco in Rai e la “versione di Bonolis”

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Premessa: sappiamo bene che l’evento Modena Park non avrebbe potuto essere trasmesso per intero da Rai 1 e Radio2 per questioni contrattuali e per tutelare le sale cinematografiche che avrebbero trasmesso il concerto. Sembra che lo stesso Vasco abbia “scelto” Paolo Bonolis come conduttore della serata.

Ciò non toglie che si possa esprimere qualche leggerissima perplessità sulla gestione di una serata storica da parte del servizio pubblico: perché essere in diretta a tutti i costi con radio e televisione con una serata tributo durante un evento di portata mondiale?

Durante la finale dei Mondiali uno spettatore si accontenterebbe di una puntata della Domenica Sportiva al posto della partita?  Probabilmente sarebbe stato più saggio strappare una differita integrale da giocarsi fra qualche tempo, magari diverso tempo, ma senza filtri.

E poi c’è il conduttore, Paolo Bonolis. Benché sia suo amico, benché sia riuscito al Festival del 2005, ad averlo sul palco dell’Ariston dopo lunghi anni per consegnargli il Premio alla Carriera, è apparso chiaro che il conduttore era a disagio, privo di quella spigliatezza che mostra su altri terreni, adatti al piccolo schermo. Autore dell’intervista che è andata in onda durante la serata – uno dei “contenuti esclusivi” che  in quel contesto non interessavano a nessuno, Bonolis si è servito del libro “La versione di Vasco“, uscito nel 2011 e contenente le migliori frasi del rocker. Un po’ lo ha usato, simulando in modo piuttosto imbarazzante che fosse il Vangelo, per piazzare qualche citazione qua e là. Ha intervistato ospiti più o meno sensazionali mentre a Modena si faceva la storia, e  annunciava canzoni con un anticipo di 3 minuti sulla scaletta.

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Ma ciò che più ha lasciato esterrefatti, è il fatto che Bonolis si mettesse a parafrasare le canzoni. Ora, i detrattori di Vasco tendono a banalizzare i suoi testi. La caratteristica delle canzoni è – in realtà – la volontà di arrivare al maggior numero possibile di persone. Forse la situazione è sfuggita di mano: un conto è Benigni che spiega Dante, ma Bonolis che spiega Vasco è una formula difficile da comprendere.  Per altro, se Benigni fosse stato chiamato a coprire una serata nella quale Dante avrebbe declamato la sua stessa opera – ciò che è avvenuto, fatte le dovute proporzioni – forse anche il suo ruolo ne sarebbe uscito ridimensionato.

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Quando poi ci è stato fatto sapere che il testo di “Vivere” sarebbe “palindromo“, beh, si è raggiunto l’apice.

La serata era palesemente lenta, in contrasto col rock che stava cambiando la storia della musica live. Bonolis lo capiva e tentava di mettere pezze: “Scussate, ma la Rai non poteva trasmettere l’intero concerto”. I social infatti insorgevano e certi cinguettii erano memorabili.

Se non altro, della versione della Rai da salvare – oltre all’abbigliamento di Bonolis, stanziato in uno studio radiofonico del 1977 riprodotto a fianco del palco – c’è il fatto che non vi sono state interferenze nella parte  finale della manifestazione. Così, abbiamo potuto goderci  “Sally”, “I Soliti”, “Un senso”, “Vita spericolata”, “Albachiara“…

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In attesa di vedere Fabrizio Frizzi al concerto dei Metallica, possiamo archiviare questa versione “Sanremizzata” di un concerto rock in cui il backstage si è fatto evento e l’evento è divenuto backstage. Non tutte le ciambelle vengono col buco e Bonolis lo sa. Lo ha già sperimentato nel 2005 quando ha tentato di condurre Serie A – Il Grande Calcio – programma in onda su Canale 5 che ebbe l’onore/onere di rimpiazzare Novantesimo Minuto.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".