On Air – Storia di un successo: un film tutt’altro che autoreferenziale

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Solamente dopo aver visto  On Air – Storia di un successo, se ne può parlare in modo obbiettivo, sia che lo spettatore stimi Marco Mazzoli, sia che non lo sopporti.

Poco prima dell’uscita del film, una recensione ha definito la pellicola una “auto-agiografia“, ovvero una santificazione di se stesso da parte dello speaker.

Ci permettiamo di non condividere tale definizione in quanto Mazzoli non è il tipo da risparmiare – oltre alla satira a proposito degli altri,  l’ironia verso se stesso; in secondo luogo,  il conduttore racconta la sua vita e la propria scalata al successo, ma paradossalmente il vero protagonista del film – nel libro forse si nota meno –  sembra essere il Fantasma; un personaggio totalmente antitetico rispetto a Mazzoli ed allo Zoo, che potrebbe fungere da vittima perfetta per uno scherzo telefonico, uno che si ritrova controvoglia a confrontarsi con un mondo che altrimenti schiverebbe tranquillamente.

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Il Fantasma “agnellino” –  interpretato da Dario Tacconelli –  si reca nella tana del lupo Mazzoli per una mera opportunità economica, uscendone diverso, privato di svariati pregiudizi e maggiormente reattivo.

Inoltre, né nel film, né nel libro “Radiografia di un Dj che non piace“,  viene raccontato un personaggio perfetto, vittima di numerosi e continui fraintendimenti: Mazzoli evidenzia, in ogni episodio narrato – di vita professionale o privata che sia –  la propria capacità di cacciarsi nei guai ogni volta che le cose vanno per il verso giusto: così, ad ogni traguardo corrisponde un errore, condito di tanto in tanto da un pizzico di sfortuna, che fa precipitare la situazione.

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Il film non è incentrato sul “gossip”: se cercate riferimenti continui ai fatti avvenuti tra il 2010 ed il 2011, sappiate che  sono pochi marginali. Servono esclusivamente a corredare il messaggio  che On Air vuole trasmettere, ovvero: si comincia a risalire proprio quando si tocca il fondo.

Il tocco di originalità in stile Zoo – almeno a parere di chi scrive – è dato dai frangenti nei quali il film è vissuto come se le riprese fossero ancora in corso: lo spezzone migliore è quello nel quale entra in scena Claudio Cecchetto – quello vero – per spronare Luca Martella, che sta per interpretarlo.

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Trattandosi della storia del conduttore dello Zoo di 105, il finale non può essere un vero e proprio finale, perché visto che si parla di Mazzoli, un eventuale colpo di scena non potrebbe mai essere l’ultimo.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

 

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".