Clamorosa ultim’ora dalla Russia: il premier Vladimir Putin ha concesso la grazia alle Pussy Riot e tra gli altri anche all’equipaggio della Arctic Sunrise, tra cui un italiano.
Il testo dell’amnistia si applicherà a chi sconta una pena non superiore a 5 anni per reati non violenti (purché non sia recidivo) e nello specifico cita apertamente i soggetti madri di bambini piccoli, come sono Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina; le due componenti delle Pussy Riot ancora in galera.
C’è un piccolo inghippo: trattandosi di estinzione della pena e non del reato (come nel caso dell’indulto), c’è la possibilità che un detenuto opti per non avvalersene, non ritenendosi colpevole. Non è escluso che la Tolokonnikova decida in tal senso, conoscendo la sua tempra e la forza della battaglia che sta conducendo.
Ricordiamo che le tre componenti delle Pussy Riot furono condannate per blasfemia dopo la famosa “preghiera punk” nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca a inizio 2012. Una del trio si è pentita ottenendo la scarcerazione, le altre due teoricamente dovrebbero essere rilasciate a marzo. Ecco perché potrebbero rinunciare al “favore” di Putin.